25 giugno 2006
Maurilia
A Maurilia, il viaggiatore è invitato a visitare la città e nello stesso tempo a osservare certe
vecchie cartoline illustrate che la rappresentano com'era prima: la stessa identica piazza
con una gallina al posto della stazione degli autobus, il chiosco della musica al posto del
cavalcavia, due signorine col parasole bianco al posto del cavalcavia, due signorine col
parasole bianco al posto della fabbrica di esplosivi.
Per non deludere gli abitanti occorre che il viaggiatore lodi la città nelle cartoline e la
preferisca a quella presente, avendo però cura di contenere il suo rammarico per i
cambiamenti entro le regole precise: riconoscendo che la magnificenza e prosperità di
Maurilia diventata metropoli, se confrontate con la vecchia Maurilia provinciale, non
ripagano d'una certa grazia perduta, la quale può tuttavia essere goduta soltanto adesso
nelle vecchie cartoline mentre prima, con la Maurilia provinciale sotto gli occhi, di
grazioso non ci si vedeva proprio nulla, e men che meno ce lo si vedrebbe oggi, se
Maurilia fosse rimasta tale e quale, e che comunque la metropoli ha questa attrattiva in
più, che attraverso ciò che è diventata si può ripensare con nostalgia a quella che era.
Guardatevi dal dir loro che talvolta città diverse si succedono sopra lo stesso suolo e sotto
lo stesso nome , nascono e muoiono senza essersi conosciute, incomunicabili tra loro.
Alle volte anche i nomi degli abitanti restano uguali, e l'accento delle voci, e perfino i
lineamenti delle facce; ma gli dèi che abitano sotto i nomi e sopra i luoghi se ne sono
andati senza dir nulla e al loro posto si sono annidati dèi estranei. E' vano chiedersi se
essi sono migliori o peggiori degli antichi, dato che non esiste tra loro alcun rapporto, così
come le vecchie cartoline non rappresentano Maurilia com'era, ma un'altra città che per
caso si chiamava Maurilia come questa.
fonte/autore: Italo Calvino, "Le citta' invisibili"
vecchie cartoline illustrate che la rappresentano com'era prima: la stessa identica piazza
con una gallina al posto della stazione degli autobus, il chiosco della musica al posto del
cavalcavia, due signorine col parasole bianco al posto del cavalcavia, due signorine col
parasole bianco al posto della fabbrica di esplosivi.
Per non deludere gli abitanti occorre che il viaggiatore lodi la città nelle cartoline e la
preferisca a quella presente, avendo però cura di contenere il suo rammarico per i
cambiamenti entro le regole precise: riconoscendo che la magnificenza e prosperità di
Maurilia diventata metropoli, se confrontate con la vecchia Maurilia provinciale, non
ripagano d'una certa grazia perduta, la quale può tuttavia essere goduta soltanto adesso
nelle vecchie cartoline mentre prima, con la Maurilia provinciale sotto gli occhi, di
grazioso non ci si vedeva proprio nulla, e men che meno ce lo si vedrebbe oggi, se
Maurilia fosse rimasta tale e quale, e che comunque la metropoli ha questa attrattiva in
più, che attraverso ciò che è diventata si può ripensare con nostalgia a quella che era.
Guardatevi dal dir loro che talvolta città diverse si succedono sopra lo stesso suolo e sotto
lo stesso nome , nascono e muoiono senza essersi conosciute, incomunicabili tra loro.
Alle volte anche i nomi degli abitanti restano uguali, e l'accento delle voci, e perfino i
lineamenti delle facce; ma gli dèi che abitano sotto i nomi e sopra i luoghi se ne sono
andati senza dir nulla e al loro posto si sono annidati dèi estranei. E' vano chiedersi se
essi sono migliori o peggiori degli antichi, dato che non esiste tra loro alcun rapporto, così
come le vecchie cartoline non rappresentano Maurilia com'era, ma un'altra città che per
caso si chiamava Maurilia come questa.
fonte/autore: Italo Calvino, "Le citta' invisibili"
Etichette: donne, libri, rapporti